Questa è la storia di Antonio. Perdonate qualche imprecisione, il nome e la foto fittizi, qualche insicurezza sintattica. Io non sono un giornalista. Però qualcosa che succede c’è.
Antonio ha 25 anni e fa il panettiere, vive a Roma. Il forno è vicinissimo alla casa dove ha una stanza in affitto. Alle 18 attraversa la strada e inizia a lavorare. Prepara l’impasto per rosette grandi e piccole, focacce, pani all’olio, pizzette. Li mette in forno e aspetta. Stacca il mattino, alle 5. Tutti i giorni. A parte il sabato, Natale, Pasqua, e qualche altra festività. Basta pensare a quando non c’è il pane di giornata: le notti prima lui non lavora.
Quando rientra a casa mangia, si lava, si corica. Passa il resto della giornata a letto, alzandosi occasionalmente per mangiare, cagare o fare qualche commissione. La sua ragazza gli prepara il pranzo, arriva quasi ogni giorno, verso le 15. Poi di colpo sono di nuovo le 18.
Quest’estate teme di non poter fare le vacanze, un suo collega è andato via e non è arrivato nessuno a sostituirlo. C’è più da lavorare.
Antonio ha un contratto regolare, da tre ore giornaliere. Però ne lavora undici. La sua paga è di 55 euro al giorno, sia che finisca prima, sia che finisca dopo. Spesso il lavoro è tanto ed esce dopo le 5. Mai prima. Le ferie e la malattia non sono garantite. Qualche giorno fa aveva la febbre, lavorava. Quando la sua fronte ha preso a scottare quanto il forno, è rientrato a casa.
Il sabato, la sua unica serata libera, porta la sua ragazza al cinema, in quelle sale d’essai, con film in seconda visione a pochi euro. Cenano, e poi è domenica. La settimana ricomincia.
Non sono riuscito a capire per chi abbia votato pochi giorni fa. Però lo vedo uscire dal forno, la mattina. A volte, nel silenzio dell’alba, Antonio guarda in alto e chiama il Dio del Cielo: «Le chiavi del cielo non ti voglio rubare, ma un attimo di gioia me lo puoi regalare».
1 commento:
Finalmente niente aforismi.
Sabato notte mentre sudavo la camicia ciaina's da cameriera, ho incontrato Tizio, che fa il buon mestiere del pizzaioUlo, 25 anni, d'un paesino che nel 1991, faceva 6367 abitanti, al 2001 ne fa circa 2000 in meno. Tizio fa il lavoro più vendibile del mondo: ci puoi girare il mondo. Tizio c'è rimasto nel paesino.
Nel ristorante, del paesino, a svegliarsi alle 6:00 e lavorare 10 ore di fila, in nero. Si, si, tizio e' gente semplice. Pure di quelli che gente lo coniuga al plurale:"la gente stanno male, e la gente hanno bisogno di risollevarsi, e la gente piangono di questa italia". Perchè "gente vuol dire che sono in tanti". Tizio ha una piccola utilitaria. TIZIO IN QUESTI GIORNI HA NEL LUNOTTO POSTERIORE LA BANDIERA DI RIALZATI ITALIA. Tizio ci crede, mentre canta a squarcia gola "E Silvio c'è" nella cucina del ristorante.
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